Soluzioni per una sanità sostenibile e un nuovo stato sociale
Il 41,7% delle famiglie in Italia deve rinunciare a una prestazione sanitaria nel corso dell’anno. È quanto emerge dal Bilancio di sostenibilità del Welfare italiano realizzato dal Censis insieme alle ricerche condotte dalle associazioni dei consumatori per il Forum Ania-consumatori e pubblicate nel volume “Gli scenari del welfare. Verso un nuovo stato sociale sostenibile” (ed. Franco Angeli).
Ogni giorno ognuno di noi si confronta con una realtà complessa, fatta di lunghi tempi di attesa nella sanità pubblica e di costi proibitivi per quella privata: la percezione che ne consegue, quella di una sanità distante dalle esigenze del cittadino, prende forma e si sostanzia nel riscontro statistico che emerge dal rapporto.
Gli italiani, infatti, pagano “di tasca propria” il 18% della spesa sanitaria totale, cioè oltre 500 euro pro-capite all’anno, contro il 7% della Francia e il 9% dell’Inghilterra. Nel 2014 i cittadini hanno pagato 33 miliardi di euro, con un incremento di 1 miliardo rispetto al 2013.
Il 53,6% degli italiani dichiara che la copertura dello stato sociale si è ridotta e che risultano a proprio carico molte delle spese che un tempo venivano coperte dal sistema di welfare nazionale.
Le principali difficoltà si riscontrano nei comuni con al massimo 10.000 abitanti (dove il 59% delle famiglie ha razionato le spese nel welfare), nel Sud e nelle Isole (57%), tra le famiglie monogenitoriali e i Millenials (ovvero le generazioni del nuovo millennio).
D’altra parte già l’Istat ha certificato che quasi il 10% della popolazione non ha accesso alle cure per motivi economici, oltre al rischio dell’impoverimento delle famiglie per eventi sanitari. Si consideri per esempio che ben 3 milioni di italiani non sono autosufficienti, oltre 1,3 milioni di “badanti”, con una spesa annua per le famiglie di circa 10 miliardi. Sempre più pesante, poi, la spesa per il ticket, che tocca oggi i 3 miliardi di euro, rendendo ancora più insostenibile l’accesso alle cure mediche.
Sappiamo anche che oltre il 21% dei pazienti ha pagato senza fattura o ricevuta visite medico specialistiche, il 14,4% visite odontoiatriche e l’1,9% prestazioni infermieristiche. Nel Meridione il 41% degli intervistati ha pagato prestazioni in nero.
Emerge dunque in maniera sempre più chiara la necessità di soluzioni volte a una sanità sostenibile, non solo attraverso lo sviluppo, ma anche la conoscenza da parte del cittadino dei sistemi mutualistici e delle forme sanitarie integrative, che rappresentano in questo quadro il vero futuro della sanità italiana.