Il punto sull’epidemia da virus sinciziale nei neonati

Dopo gli Stati Uniti e la Nuova Zelanda, che per primi avevano lanciato l’allarme, anche in Italia è arrivata una pesante epidemia di virus respiratorio sinciziale (Vrs) che sta colpendo i neonati con bronchioliti e polmoniti. Di che cosa si tratta e come prevenirlo?

Epidemia virus respiratorio sinciziale: i soggetti più a rischio

Isolato per la prima volta nel 1956, il virus sinciziale colpisce a tutte le età, ma in maniera più grave i neonati, i lattanti nei primi mesi di vita e gli anziani con più patologie. Nei bambini piccoli sotto l’anno di età può causare la bronchiolite e le apnee. Esistono poi anche delle popolazioni a rischio, come i bambini cardiopatici o con una grave prematurità o che hanno problemi del neurosviluppo. Nelle persone anziane con comorbidità è un virus pericoloso come Sars-CoV-2. “Il virus”, spiega Fabio Midulla, presidente della Società italiana per le malattie respiratorie infantili (Simri), professore ordinario di Pediatria all’università Sapienza e responsabile del Pronto soccorso pediatrico del Policlinico Umberto I di Roma, sentito dall’Adnkronos Salute “se contratto nei primi mesi di vita del bambino provoca forme di bronchiolite gravi, con manifestazioni cliniche nelle basse vie respiratorie, mentre nei bambini più grandi e negli adulti si risolve con sintomi lievi, come rinofaringite, febbre o tosse.

L’incidenza del lockdown

“Durante la scorsa stagione, il virus respiratorio sinciziale non ha circolato grazie alle misure anti-Covid (lavaggio delle mani, mascherine e distanziamento sociale)”, prosegue l’esperto. “Ma non appena queste misure sono state allentate, i fratellini più grandi sono tornati all’asilo o a scuola, e con una popolazione senza anticorpi il virus ha cominciato a circolare, subito e in anticipo rispetto al solito, e sta dando forme gravi nei piccolissimi”.

L’importanza della prevenzione

Midulla ricorda come non esista un vaccino specifico contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv – Respiratory syncytial virus), ma “ci sono tre sperimentazioni in fase III di vaccini per le mamme e terapie con anticorpi monoclonali, indicati però solo per bimbi prematuri e particolarmente fragili, quali i cardiopatici”. In attesa dei vaccini materni, “dunque, l’arma principale resta la prevenzione che consiste nelle misure di precauzione quali il lavaggio delle mani, le mascherine, il monouso dei fazzoletti da buttare sempre nella spazzatura, il distanziamento nel caso di un fratellino più grande malato e il non mandare a scuola i bambini prima che siano guariti”, perché rappresentano fonte di contagio.

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