Italia al 12esimo posto secondo la classifica stilata dal “Lancet”

Una speciale classifica dei diversi sistemi sanitari di ben 195 Paesi, in un arco di tempo che va dal 1990 e al 2015: è quanto ha elaborato la rivista “The Lancet” sulla base dei dati del Global Burden of Disease (istituto indipendente dello Stato di Washington), relativi alla mortalità per 32 malattie, per le quali la morte può teoricamente essere evitata a condizione di avere un rapido accesso a cure efficaci.

L’Italia si posiziona al dodicesimo posto, mentre i paesi più virtuosi risultano essere, nell’ordine: Andorra, Islanda, Svizzera, Svezia, Norvegia, Australia, Finlandia, Spagna, Olanda, Lussemburgo, Giappone. Sono invece indietro nella classifica paesi come la Francia (15° posizione), la Germania (20° posizione), il Regno Unito (30° posizione) e gli Stati Uniti (35° posizione).
Secondo il punteggio per ogni singola malattia l’Italia eccelle per la cura di difteria, morbillo, disturbi legati alla maternità, mentre è meno qualificata su malattie quali leucemia e linfoma di Hodgkin.

Come fanno notare gli autori dell’analisi esiste un divario crescente tra i paesi con punteggi più alti e più bassi, nonostante la qualità sanitaria sia migliorata a livello generale nel corso degli ultimi 25 anni.
Non solo: lo standard dell’assistenza primaria è più basso in molte nazioni rispetto ai livelli previsti di reddito e sviluppo. Paesi come l’Asia (Indonesia, Filippine, India) e l’Africa (Botswana e Sudafrica) avrebbero maggiori possibilità di miglioramento; mentre paesi come Stati Uniti e Regno Unito sono sotto-perfomanti rispetto alla loro disponibilità economica, così come Oceania, Caraibi e Asia Centrale.

Leggi anche: Sanità in Europa