Asperger, quali sono i sintomi e le cure
Ricorre oggi la Giornata mondiale della sindrome di Asperger, indetta in onore di Hans Asperger, il pediatra austriaco nato il 18 febbraio 1906, che per primo ha identificato il disturbo, ma il cui lavoro non è stato riconosciuto fino agli anni Ottanta. In cosa consiste la sindrome di Asperger e come si manifesta? Vediamolo insieme.
Sindrome di Asperger: in cosa consiste
La sindrome di Asperger (abbreviata con SA in italiano) è un disturbo neurologico dello sviluppo che prende il nome da Hans Asperger, lo psichiatra austriaco che l’ha individuata a metà del secolo scorso. Fino al 1994, all’interno del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM), la sindrome di Asperger viene fatta rientrare tra i Disturbi Pervasivi dello Sviluppo, insieme all’autismo. Solo nel 2013, la categoria “Sindrome di Asperger” lascia il posto alla più ampia definizione di “Disturbi dello spettro autistico”, intesi come un “deterioramento persistente nelle comunicazioni sociali reciproche e nelle interazioni sociali in diversi contesti” caratterizzati da “schemi comportamentali ripetitivi e ristretti” che si manifestano fin dall’infanzia. A togliere l’ambiguità tra i due disturbi, è stato uno studio su 40 bambini ritenuti autistici, ma che presentavano una forma caratterizzata dall’assenza di ritardo mentale. Da questo momento in poi, la sindrome di Asperger è stata catalogata a sé stante rispetto all’autismo vero e proprio.
I sintomi a cui prestare attenzione
Difficoltà a relazionarsi con gli altri o a interagire in modo duraturo, a stabilire un contatto visivo, comportamenti ripetitivi e ossessivi, grandissima stanchezza: sono alcuni dei sintomi principali della sindrome di Asperger. E ancora, l’incapacità di gestire gli imprevisti, di sopportare i rumori, il linguaggio monotono o qualche difficoltà motoria. Ovviamente queste manifestazioni potrebbero non aver nulla a che vedere con l’Asperger: l’importante è che, in caso di sospetti, ci si rivolga a uno specialista o si contatti l’associazione pazienti.
Al contrario di quanto talvolta si legge in rete, non è possibile diagnosticare la sindrome di Asperger nei neonati. Anzi, se per l’autismo i casi sono facilmente individuabili anche a due anni, per gli Asperger prima dei 4-5 è difficile arrivare a una diagnosi vera e propria.
Asperger, a chi rivolgersi
Individuare la sindrome di Asperger non è sempre facile. Non esistono esami strumentali o marker biologici: la diagnosi è basata su criteri comportamentali e clinici, supportati da test, interviste e questionari, che coinvolgono anche familiari e persone vicine. Occorre affidarsi a professionisti, come un neuropsichiatra infantile o uno psichiatra, e valutare attentamente il comportamento, le interazioni sociali e il funzionamento cognitivo per mettere a fuoco il disturbo. Quando arriva la diagnosi, il bambino viene seguito da un team multidisciplinare che comprende il neuropsichiatra infantile, lo psicologo e alcune figure educative. L’obiettivo è far sì che il piccolo, supportato dalla famiglia, impari a gestire le proprie difficoltà.