Rapporto Censis-Janssen: nel 2040 oltre 19 milioni di anziani
Invecchiamento, transizione digitale e “sanità sospesa” sono le grandi sfide per il Servizio Sanitario Nazionale emerse dal rapporto Censis-Janssen presentato nei giorni scorsi durante il webinar “I cantieri della sanità del futuro”. Scopri di più nelle prossime righe!
La salute come bene centrale
Il periodo di emergenza pandemica ha mostrato la centralità della salute come bene universale e l’importanza fondamentale del nostro Servizio Sanitario Nazionale, mettendo però in evidenza anche diverse aree su cui intervenire. Si apre ora l’opportunità storica di ridefinire la Sanità del domani, con l’obbligo di sfruttare al meglio l’iniezione di risorse economiche in arrivo: solo nel 2020 sono stati attivati 5,6 miliardi di euro e nel Pnrr sono circa 20 i miliardi di euro resi disponibili. Da qui nasce “I Cantieri per la Sanità del Futuro”, una piattaforma che Censis e Janssen Italia hanno costruito come base di partenza e di collaborazione fattiva sulle direttrici di sviluppo che i protagonisti del sistema salute hanno individuato come fondamentali.
Con l’aumentare della speranza di vita, cresce il bisogno di salute
I dati indicano che in Italia al 2040 ci saranno oltre 19 milioni di anziani e 28 milioni di cronici, con incrementi rispettivamente del +38,5% (+5,4 milioni di anziani) e del +12% (+3 milioni di cronici). Alle proiezioni, più nell’immediato, va aggiunta l’emergenza della “sanità sospesa” – 46 milioni di visite specialistiche e accertamenti diagnostici e 3 milioni di screening oncologici in meno nel 2020 rispetto all’anno precedente – che tornerà presto a impegnare significativamente il Servizio Sanitario Nazionale. Quali sono gli ingredienti per la sanità del futuro?
La sanità di prossimità
La pandemia ha sfidato ciascuna sanità regionale: in primo luogo sulla territorialità dell’offerta, mettendo in luce qualche punto di forza, ma in generale segnalando la necessità di compiere un upgrading sostanziale mediante opportuni investimenti che devono avere tre obiettivi fondamentali: distintività del punto di accesso, presa in carico sostanziale e messa a disposizione di un’assistenza a domicilio integrata e digitalizzata.
La sanità digitale
Le esperienze realizzate finora in maniera indipendente dai vari territori hanno dato vita a una moltiplicazione infinita di piattaforme e progetti con il risultato che l’Italia vanta una babele di software, device, tecnologie. Del digitale è emersa la fragilità e, a oggi, l’incapacità di informare di sè la sanità perché in troppi casi si è constatata l’insufficiente digitalizzazione o l’altrettanto pericolosa digitalizzazione dell’analogico che finisce per generare più danni che benefici. Ma cosa vogliono gli italiani dalla sanità digitale prossima futura? Chiare le aspettative che emergono dai dati:
- l’86,5% di poter prenotare prestazioni sanitarie direttamente da smartphone, pc, laptop;
- l’86,6% di avere accesso alla cartella sanitaria ovunque e in modo semplice.
Richieste basiche, ormai mature, che mettono in rilievo che il digitale è ben visto laddove facilita l’accesso alle strutture e ai servizi, rendendo disponibili il totale delle informazioni relative ad una persona in ogni contesto in cui servono, per consentire interventi appropriati.
Le attese
Tutti gli indicatori concordano nel sostenere che occorra un grande patto per la salute: tutti i player della sanità devono progettare insieme il futuro. In questo senso, la sanità integrativa come quella di Fab SMS, assume un ruolo sempre più rilevante per fornire una risposta concreta alle aspettative dei cittadini che chiedono più efficienza, più umanità, più spazio alla responsabilità e più collaborazione tra pubblico, privato, non profit e volontariato. Ecco nel dettaglio le idee espresse:
- il 52% si attende di vedere più efficienza, cioè che si faccia di più e meglio su liste di attesa, strutture, servizi;
- il 33,2% più umanità, maggiore attenzione al malato come persona, più ascolto, dialogo, empatia;
- il 33% più responsabilizzazione dei cittadini, in primo luogo sul fatto che anche la sanità pubblica ha un costo, poi nell’assunzione di stili di vita adeguati, in relazione ai comportamenti da tenere nelle varie situazioni;
- il 30,8% più collaborazione tra i diversi soggetti della sanità, ovvero pubblico, privato, non profit, volontariato, cittadini ecc.;
- il 26% più equità, cioè che l’accesso alla sanità sia garantito in modo eguale al di là di residenza, ceto, sesso, età, nazionalità;
- oltre il 91% degli italiani dice ok all’uso della telemedicina purché resti centrale il rapporto diretto medico-paziente.
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