Mani fredde e dita viola anche in estate? Potrebbe trattarsi di Sclerodermia (letteralmente “pelle dura”), nota anche come Sclerosi sistemica, una patologia reumatologica rara che interessa circa 30 mila persone nel nostro Paese. Oltre alla cute, può colpire organi interni vitali quali cuore, polmoni, reni. Fondamentale la diagnosi precoce per prevenire le conseguenze. Scopri di più!
Sclerodermia: di cosa di tratta?
Il termine Sclerodermia significa letteralmente “pelle dura” e si riferisce a una patologia che colpisce maggiormente le donne in età compresa fra i 30 e i 50 anni, ma può manifestarsi anche in età pediatrica e in adolescenza. Con un’incidenza tra i 4 e i 20 nuovi casi per 1.000.000 di abitanti ogni anno, in Italia interessa circa 30 mila persone. La sclerosi sistemica è una malattia sistemica, poiché può interessare diversi organi vitali, come cuore e polmoni, e autoimmune: il sistema immunitario, essendo alterato, attacca erroneamente il proprio organismo.
I sintomi
Il sintomo più precoce è il fenomeno di Raynaud, condizione clinica per cui le estremità dell’organismo, più comunemente mani e piedi, appena fa freddo diventano gelide, insensibili e cambiano colore. Diventano pallide o cianotiche e poi arrossate: è il risultato di un’eccessiva risposta dell’organismo agli stimoli ambientali. Non è detto che al fenomeno corrisponda necessariamente la Sclerodermia, però circa il 98% di chi ha la patologia presenta questo fenomeno.
Vi sono poi altre alterazioni come:
- La tumefazione delle dita (puffy fingers)
- Le estremità tendono a ulcerarsi
- Debolezza muscolare e stanchezza cronica
- Indurimento della pelle
- Fiato corto
- Infiammazione e dolori delle articolazioni
- Presenza di anticorpi specifici nel sangue
- Teleangectasie, ovvero alterazioni dei capillari
L’importanza di una diagnosi precoce
Per inquadrare la Sclerodermia si procede, dopo un’accurata anamnesi raccolta dal reumatologo, si procede con esami specifici come la ricerca nel sangue degli autoanticorpi; prove di funzionalità respiratoria e diffusione alveolo-capillare, TAC dei polmoni; radiografia dell’esofago; monitoraggio dell’attività cardiaca; videocapillaroscopia, un esame non invasivo che permette di analizzare i capillari del letto periungueale, ovvero localizzati intorno all’unghia. La diagnosi precoce è fondamentale per impostare fin da subito un adeguato piano di monitoraggio clinico e terapeutico, così da controllare adeguatamente l’evoluzione della malattia di cui, ad oggi, non abbiamo ancora terapie risolutive.