Metodi educativi “alternativi” a confronto per il benessere dei bambini

Scegliere la scuola per i propri figli non è mai stato così complesso: molti, con buon senso, optano per un compromesso tra comodità, accessibilità e qualità educativa, restando generalmente nell’ambito del modello educativo “tradizionale”.

Un numero sempre crescente di genitori, tuttavia, mostra interesse nei confronti di modelli educativi “alternativi”, che partono oggi sin dall’asilo nido e possono proseguire, in alcuni casi, fino al liceo.

Ogni genitore è guidato dall’obiettivo di garantire una buona istruzione al proprio bambino e, con essa, favorire il suo benessere.
Questo coincide, di fondo, con il fine ultimo della scuola: ovvero quello di coltivare la personalità, l’integrazione e l’intelligenza creativa dei bambini e dei ragazzi, offrendo loro gli strumenti per formarsi le proprie opinioni e per utilizzare le conoscenze acquisite nella vita quotidiana in maniera positiva.
I modelli di educazione “alternativa” pongono al centro questo valore, in contrapposizione a un modello “tradizionale” che farebbe della “pressione” sugli studenti un’arma a doppio taglio: se da un lato promuove lo studio in vista di test, interrogazioni e valutazioni, dall’altro favorisce il semplice “nozionismo” e tende ad abbassare le prestazioni generando ansia e tensione.

È questa l’opinione di chi sceglie una scuola basata su una precisa filosofia educativa oppure di chi, all’estremo, rifiuta la scuola nel suo complesso e sceglie l’educazione parentale.
Di seguito ti illustriamo i principali modelli considerati “alternativi” che stanno avendo una diffusione sempre crescente in Italia e nel mondo: vuoi scoprire di più? Prosegui nella lettura!

Scuole Montessori

scuola montessoriMedico, pedagogista, filosofa ed educatrice Maria Montessori ha fondato il celebre “Metodo” nel corso della prima metà del ‘900: un metodo a cui non solo le scuole italiane, ma anche quelle estere, guardano con grande interesse, riconoscendone l’eccezionale portata innovativa.
In tutto il mondo esistono oggi scuole di ogni livello, dal nido al college, ispirati al pensiero di Maria Montessori che pone al centro il bambino, valorizzandone tutte le potenzialità attraverso un approccio rispettoso da parte degli educatori.
Il bambino è infatti libero di scegliere la propria attività ed è spinto all’apprendimento attraverso l’autodisciplina e l’autocorrezione: tutti i materiali Montessori sono studiati per un solo utilizzo, ben specifico, e ideati in modo tale da permettere al bambino di comprendere l’errore e correggerlo da solo. Non sono necessari voti e interventi esterni.
L’arredamento è a misura del bambino, ancora una volta per stimolarne l’autonomia: l’ordine è prioritario, nella convinzione che l’ordine esteriore e quello interiore siano strettamente legati.

Tra le principali critiche mosse al metodo l’accento posto sulle attività svolte individualmente e autonomamente, a sacrificio di quelle di gruppo; la decisione di optare per età miste per ogni classe; la libertà di scelta nell’attività da svolgere, che può essere fraintesa con la scarsa capacità dell’educatore di guidare il bambino.

Scuole Waldorf o Steineriane

scuole steinerRudolf Steiner è stato filosofo, pedagogista ed esoterista a cavallo tra 1800 e 1900. Il Metodo Waldorf da lui fondato mira a “nutrire l’essere umano in modo da renderlo libero”: l’apprendimento inteso in senso tradizionale passa in secondo piano e viene lasciato grande spazio all’immaginazione.
Questa è una prima differenza rispetto al Metodo Montessoriano che, pur incoraggiando la creatività, mira a tenere il bambino “con i piedi per terra”.
I giocattoli, grezzi e rudimentali, sono inoltre utilizzabili in modi diversi e aperti alla fantasia del bambino, a differenza dei materiali Montessoriani.
L’educazione è incentrata su arti e lavori manuali, quali pittura, scultura, musica, magia, cucito, lavorazione di legno e metallo.
Non vengono utilizzati strumenti tecnologici e viene prediletto il gioco all’aperto, con qualsiasi condizione climatica.
Come nel metodo montessoriano anche in questo caso l’arredamento è a misura di bambino, ma l’ordine è messo in secondo piano rispetto alla libertà di spostare mobili, arrampicarsi o trasformali, con l’immaginazione, in ciò che i bambini preferiscono.
Come il Metodo Montessoriano anche il Metodo Waldorf non fa utilizzo di voti e pone al centro l’immenso potenziale di apprendimento del bambino.

HomeSchooling

L’HomeSchooling, o educazione parentale, nasce dalla decisione dei genitori di non iscrivere i figli a scuola: i bambini vengono quindi cresciuti nell’ambiente domestico e la loro istruzione è presa in carico dai genitori o da altre figure di riferimento.
È una tendenza diffusa in special modo negli USA, dove oltre 2 milioni di famiglie scelgono oggi l’HomeSchooling: la crescita è rapida anche in Italia, dove l’educazione parentale riguarda circa un migliaio di bambini.
Alla base la volontà di lasciare maggiore spazio a ritmi di crescita e apprendimento del bambino senza imposizioni e forzature: l’assenza di voti e di paragoni consente di imparare senza stress, assecondando la propria naturale curiosità.
Un “sistema”, come i precedenti, che pone l’accento sulla libertà e sulla centralità del bambino, in maniera per certi versi più radicale.
L’educazione parentale può essere intrapresa in qualsiasi momento, dalla primissima infanzia fino al liceo: non sono pochi i casi di homeschoolers che hanno proseguito la propria educazione in università prestigiose quali Harvard o Yale.
Tra le principali perplessità su questo tipo di scelta prima tra tutte quella relativa alla potenziale chiusura verso le relazioni interpersonali coi propri pari: la scuola, con i suoi pregi e difetti, stimola il bambino alla relazione, anche conflittuale, ponendolo costantemente di fronte a nuove sfide e stimolandolo ad adattarsi a svariate situazioni.
Chi pratica HomeSchooling, tuttavia, ritiene che i propri figli abbiano più tempo da dedicare alla socialità che nasce, anche in questo caso, dalla libera scelta del bambino e non dalla costrizione di un’aula nella quale, di fatto, i reali momenti di aggregazione possono essere brevi e poco profondi.
Ci si chiede inoltre quale sia il grado di reale preparazione dei genitori che intraprendono questa strada: la maggior parte, infatti, non ha alcuna qualifica e sorge il dubbio che, seppur dotati delle migliori attenzioni, possano non essere del tutto in grado di farsi carico dell’educazione dei propri figli.
Alcuni di loro si attengono alle indicazioni dei programmi ministeriali utilizzando i testi scolastici consigliati, altri optano per metodi educativi alternativi ai tradizionali; altri ancora, infine, praticano “UnSchooling”, ovvero non forniscono input strutturati ai figli, ma li affiancano e li sostengono nel loro naturale percorso di apprendimento.

Outdoor Education: le scuole nel bosco

outdoor educationÈ forse questa la tendenza destinata a crescere maggiormente in questi anni: già molto diffusa in paesi quali Danimarca, Norvegia, Svezia, Regno Unito, l’outdoor education sta prendendo piede anche in Italia.
Il punto di partenza è la totale immersione nel contesto naturale, nella convinzione che questa attivi dei processi cognitivi che nessuna esperienza mediata dall’adulto riesca a innescare.
Come per il Metodo Waldorf, a maggior ragione in questo caso i bambini trascorrono le loro giornate all’aria aperta con qualsiasi condizione meteorologica al suon del motto “Non esiste cattivo tempo, esiste solo cattivo equipaggiamento”.
Sono numerose, orami, le ricerche che sostengono che la vita nella natura accresca positivamente lo sviluppo globale del bambino: riduce ansia e stress, rinforza le difese immunitarie, stimola maggiormente memoria e attenzione, favorisce lo sviluppo del gioco spontaneo e della socializzazione, promuove stili di vita attivi e salutari.
Molto spesso le “scuole nel bosco” offrono una didattica ispirata a modelli di educazione alternativi, ma il metodo varia tra le diverse realtà.
La preoccupazione mossa da alcuni genitori, nonostante i dati positivi sulla scarsa incidenza di malattie in questo tipo di “strutture”, riguarda l’esposizione a condizioni climatiche avverse e le possibili conseguenze sulla salute dei bambini.