La sanità integrativa tra gli ingredienti fondamentali per risanare il Ssn
Il “Rapporto sulla Sostenibilità del Ssn 2016-2025” della Fondazione Gimbe (Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze), illustrato di recente a Roma, rappresenta un importante contributo sullo stato attuale della Sanità in Italia e contiene alcune importanti considerazioni per favorirne la ripresa dopo anni di progressivo declino.
Il Rapporto affronta con una prospettiva decennale il tema della sostenibilità del Ssn mettendo al centro di ogni valutazione il suo obiettivo primario ovvero “promuovere, mantenere e recuperare la salute delle persone”: la sanità rappresenta un considerevole capitolo di spesa pubblica da ottimizzare, ma anche una leva di sviluppo economico da sostenere. In che modo? Prosegui nella lettura per approfondire le considerazioni e le proposte contenute nel rapporto commentate dal Presidente della Gimbe Nino Cartabellotta.
Sanità pubblica in crisi
Già sofferente prima della crisi economica, la sanità pubblica si è trovata a essere oggetto di continui tagli: tra le principali conseguenze non solo la percezione di un’assistenza sanitaria che non risponde alle reali esigenze del cittadino, ma anche cifre sempre più esose riguardanti la spesa privata out-of-pocket.
Secondo i dati Ocse questa ha raggiunto nel 2014 la soglia di 33 miliardi di euro, con una spesa pro-capite di oltre 500 euro l’anno: nel nostro Paese, inoltre, le varie forme di sanità integrativa “intermediano” solo il 13% della spesa privata, con un gap di oltre il 40% rispetto al resto d’Europa.
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Il ruolo della sanità integrativa
La sanità integrativa è il secondo pilastro del Ssn ed è finalizzata a garantire la copertura di quei servizi che, in tutto o in parte, non rientrano nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).
FAB – Fondo Assistenza e Benessere è un fondo socio-sanitario e rappresenta una forma mutualistica non profit che presenta, tra le sue caratteristiche salienti, l’assenza di criteri di “selezione all’entrata”, la non discriminazione del contributo in ragione dell’età o di altri fattori, senza porsi in concorrenza con le prestazioni a carico del Ssn.
Per conoscere nel dettaglio tutte le caratteristiche del Fondo visita la pagina: Perché FAB?
Tuttavia i dati odierni dimostrano che i LEA non vengono uniformemente garantiti su tutto il territorio nazionale e che, parallelamente, la spesa out-of-pocket continua a salire: mentre le assicurazioni private si espandono in totale libertà occorre ripensare il sistema della sanità integrativa per evitare che l’attuale deregulation, favorita da una legislazione obsoleta, contribuisca a minare le basi del servizio sanitario pubblico.
Sanità in Italia, il Piano di salvataggio del Ssn
Il rischio è quello di giungere a un vero e proprio cortocircuito dal momento che, secondo il Rapporto, il fabbisogno totale del Ssn è stimato in 200 miliardi di euro entro il 2025, mentre le risorse a disposizione saranno di 170 miliardi. Si tratta, naturalmente, di “stime” basate su molteplici fattori quali la spesa sanitaria negli ultimi anni, l’attuale sotto-finanziamento, il benchmark con altri paesi europei, l’invecchiamento della popolazione, e così via.
Gimbe propone dunque un piano di salvataggio, una ricetta basata su 5 ingredienti volti a risanare il Sistema Sanitario Nazionale.
1. Garantire adeguate risorse rilanciando le politiche di finanziamento pubblico e mettendo fine alle progressive revisioni al ribasso rispetto alle previsioni del Def
2. Rimodulare i LEA per assicurare prestazioni di valore più elevato
3. Definire un Testo Unico per la sanità integrativa e ridefinire le tipologie di prestazioni che possono essere da questa coperte
4. Monitorare le Regioni nel processo di disinvestimento e riallocazione delle risorse
5. Mettere sempre la Salute al centro di tutte le decisioni, in particolare di quelle che coinvolgono lo sviluppo economico del Paese
Per approfondire i dettagli del piano visita la pagina della Fondazione Gimbe e segui il tema sui social utilizzando l’hashtag #salviamoSSN.
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