Presentato uno studio in tema di aderenza alle terapie da parte dei pazienti

È stata presentata poche settimane fa’ l’Indagine civica sull’esperienza dei medici in tema di aderenza alle terapie, con focus su farmaci biologici e biosimilari realizzata da Cittadinanzattiva-Tribunale a tutela dei diritti del malato.

Lo studio ha messo in luce alcune criticità, come lo scarso tempo dedicato dai medici ai propri pazienti nell’assicurarsi che prendano i farmaci prescritti o che abbiamo compreso le indicazioni sulle terapie. Eccessivo, inoltre, il carico burocratico e importanti i vincoli nella prescrizione di farmaci per rispettare gli obiettivi di budget fissati dall’Asl.
Lo studio è stato condotto su un campione rappresentativo di 816 medici con l’obiettivo di rilevare l’esperienza dei professionisti rispetto al tempo e alla relazione di cura con il paziente, e approfondire gli ambiti della prescrizione e dell’uso di farmaci. Nelle righe che seguono ti illustreremo quanto è emerso, prosegui nella lettura!

Relazione medico-paziente: poco tempo a disposizione, eccessivo lavoro burocratico

Quasi un medico su tre non ha abbastanza tempo da dedicare ai pazienti per assicurarsi che prendano i loro farmaci; solo la metà si accerta che il proprio assistito abbia compreso le indicazioni sulle terapie.
Più di uno su tre si dice oberato dal carico burocratico.
Tra le proposte per migliorare l’aderenza alle terapie: il counseling e il coinvolgimento dei familiari, il supporto dell’equipe di cura, la formazione e l’aggiornamento professionale sanitario a partire dall’Università, un maggiore utilizzo di supporti informativi per pazienti e familiari attraverso opuscoli o tutorial.

La comunicazione con il paziente

Il paziente è informato sugli aspetti più importanti della terapia che viene prescritta (come modalità e tempi di somministrazione, nome e tipologia del farmaci, eventuali effetti collaterali, ecc.). Meno prioritarie, invece, le informazioni su corretto stile di vita e regime alimentare (54%), oppure su alternative terapeutiche ed esistenza di farmaci equivalenti o biosimilari.

Cure e vincoli di bilancio

Può accadere che le esigenze di contenimento della spesa prevalgano sull’interesse del paziente limitando, da un lato, la libertà di cura e, dall’altro, il diritto alla continuità terapeutica e all’accesso all’innovazione.
Fra i prescrittori di farmaci biologici e biosimilari, medicinali innovativi e costosi che consentono di curare molte gravi malattie, chi decide di cambiare la terapia al paziente lo fa, in un terzo dei casi, in libertà e autonomia e per rispondere meglio alle esigenze di cura del paziente; ma quasi uno su cinque dichiara di aver cambiato la terapia per rispondere ad esigenze di carattere amministrativo, principalmente per contribuire alla sostenibilità economica del Ssn, per rispettare limiti o obiettivi di budget fissati dall’Azienda ospedaliera o Asl (35%).