Fonti proteiche a confronto
Seitan, tofu, legumi, ma anche semi, alghe e frutta secca: un numero crescente di persone sceglie di arricchire la propria dieta di questi alimenti in virtù del loro contenuto di proteine di origine vegetale.
Che si voglia adottare un regime alimentare di tipo vegetariano o vegano, o che l’intenzione sia semplicemente quella di ridurre le proteine animali, conoscerne le caratteristiche è importante per capire come bilanciare al meglio la propria dieta. Naturalmente ciò non sostituisce il consulto di uno specialista, ma essere informati è un primo importante passo.
Se ti interessa scoprire di più sulle proteine e sul loro ruolo per il buon funzionamento del nostro organismo prosegui nella lettura. Ti spiegheremo anche la differenza tra proteine di origine animale e vegetale, concludendo con un approfondimento sulle carni rosse e sui potenziali rischi per la salute correlati a un loro eccessivo consumo. Buona lettura!
Che cosa sono le proteine
Le proteine sono grandi molecole composte da sequenze di amminoacidi unite tra loro attraverso legami peptidici. Esistono in tutto 20 tipi di amminoacidi, di cui 8 sono detti “essenziali” in quanto il corpo umano, da solo, non può fabbricarli e deve quindi assumerli da fonti esterne.
Le proteine svolgono numerose funzioni: favoriscono il rinnovamento delle cellule; sono la componente principale dei muscoli, degli organi interni e della pelle. Alcune proteine, inoltre, funzionano da anticorpo, altre intervengono nel processo di coagulazione del sangue, altre ancora servono per il trasporto delle sostanze nutritive e dell’ossigeno.
Insomma le proteine rappresentano dei veri e propri “mattoni” per il nostro organismo e per il suo buon funzionamento: ecco perché è importante che la nostra dieta non ne sia mai carente.
Proteine animali e vegetali
Come ti abbiamo spiegato 8 degli amminoacidi che compongono le proteine sono “essenziali”, in quanto il nostro organismo non è in grado di sintetizzarli e vanno quindi introdotti attraverso la dieta. Le proteine animali (le trovi in carne, pesce, uova, latticini) sono considerate di alto valore nutrizionale perché li contengono tutti e nelle giuste proporzioni; le proteine vegetali (le trovi in legumi, cererali, frutta secca, semi, alghe)- invece – sono considerate incomplete perché carenti di uno o più di questi amminoacidi essenziali.
“Quindi non posso scegliere di eliminare la carne e il pesce dalla mia alimentazione?”
La scelta vegetariana è praticabile, ma occorre saper combinare al meglio gli alimenti che compongono il tuo pasto. Le carenze di amminoacidi che caratterizzano le fonti vegetali, infatti, possono essere superate attraverso le giuste associazioni alimentari. Un piatto completo dal punto di vista proteico? Pasta e fagioli: gli amminoacidi che mancano nella pasta vengono forniti dai fagioli, e viceversa.
“Quali proteine devo privilegiare? Quelle animali o quelle vegetali?”
La differenza tra alimenti che contengono proteine animali e quelli che contengono proteine vegetali sta non solo nella diversa “qualità” delle proteine, ma anche nella presenza di altri nutrienti quali grassi, colesterolo, carboidrati, fibre. La carne di manzo, per esempio, è ricca di colesterolo e grassi saturi; il pesce, invece, ha un contenuto di grassi saturi ridotto, mentre è ricco di omega3. Senza soffermarci sulle caratteristiche dei vari alimenti, possiamo dire che è difficile stabilire fonti proteiche ottimali o migliori di altre: per questo è utile seguire un’alimentazione varia e equilibrata, che garantisca il giusto apporto di tutti i nutrienti.
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Carni rosse e potenziali rischi per la salute
Come abbiamo avuto modo di vedere le proteine animali sono costituite dalle stesse molecole chimiche di quelle vegetali, gli amminoacidi. La pericolosità di cui molto si è parlato nell’ultimo periodo, a seguito dell’allarme lanciato dalla OMS, risiede nel fatto che i cibi di origine animale contengono spesso, oltre alle proteine, anche altre sostanze come grassi saturi e ferro del gruppo eme: questi, in dosi eccessive, stimolano l’aumento di colesterolo, i livelli di insulina nel sangue e l’infiammazione del tratto intestinale, aumentando il rischio di certe patologie, tra cui i tumori. Inoltre la carne può essere sottoposta a particolari lavorazioni e tecniche di conservazione che modificano le molecole in esse presenti, rendendole potenzialmente pericolose per la salute.
Per questo un consumo eccessivo di carni rosse (manzo, vitello, maiale, agnello, montone, cavallo, capra), soprattutto di carni rosse lavorate (salumi, insaccati e carne in scatola), aumenta il rischio di sviluppare alcuni tumori. L’aumento del rischio è però proporzionale alla quantità e frequenza dei consumi, per cui gli esperti ritengono che un consumo modesto di carne rossa (una o due volte a settimana al massimo) sia accettabile anche per l’apporto di nutrienti preziosi (soprattutto vitamina B12 e ferro), mentre le carni rosse lavorate andrebbero consumate solo saltuariamente.