Il medico di famiglia visiterà i codici bianchi

Se ne parlava da anni, e ora la proposta è diventata realtà: arriva negli ospedali il medico di famiglia, contro il sovraffollamento dei Pronto soccorso. Lo prevede il protocollo d’intesa che la Regione ha sottoscritto con i sindacati dei medici generali Fimmg, Snami e Smi. Obiettivo: ridurre gli accessi inappropriati e fornire allo stesso tempo una migliore risposta ai pazienti. Cosa cambierà? Scopriamolo insieme!

Il medico di famiglia negli ospedali piemontesi

Nei principali ospedali piemontesi verrà istituito un “ambulatorio delle non urgenze”, separato dai locali del pronto soccorso, in cui opererà un medico di famiglia oppure un medico di continuità assistenziale e che prenderà in carico tutti i pazienti già classificati come codici bianchi, quindi con esigenze non riconducibili all’emergenza-urgenza e minore priorità. Il medico si occuperà di visitare il paziente e potrà confermare la non urgenza del caso (quindi provvedere alle dimissioni e all’affidamento al medico curante) o modificare il codice di triage giudicandolo di priorità maggiore. In questa caso il paziente tornerà in pronto soccorso.

Il protocollo

Il protocollo d’intesa ha una validità di due anni. Gli incarichi ai medici di medicina generale saranno attivati attraverso convenzioni di carattere annuale e rinnovabili, per un impegno medio dalle 4 alle 24 ore settimanali. Verranno assegnati dalle aziende sanitarie con specifici bandi, a cui i medici potranno partecipare in modo indipendente dalle rispettive Asl di convenzionamento. Agli incaricati sarà corrisposto il compenso orario per l’attività di Continuità assistenziale con le tutele previste dall’accordo nazionale.

Il commento dell’assessore Saitta

“L’obiettivo è quello di migliorare l’organizzazione dei Pronto soccorso dei nostri ospedali, che in alcuni periodi dell’anno sono sottoposti a grandi criticità, aumentandone anche la dotazione di personale disponibile – spiega l’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta – Abbiamo quindi rivisto profondamente la vecchia intesa sul tema con i medici di famiglia, ormai datata, rendendola adeguata alle attuali esigenze della sanità piemontese”.