Assumere integratori derivati dall’olio di pesce riduce il rischio di asma nei bambini

Un recente studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, condotto dall’università canadese di Waterloo e da un team di ricercatori danesi nell’ambito del COPSAC – Copenaghen Prospective Studies on Asthma in Childhood, ha messo in luce gli effetti benefici sui bambini derivanti dall’assunzione di Omega-3 in gravidanza.

Da tempo, infatti, si sospetta l’esistenza di una relazione tra le proprietà antinfiammatorie degli Omega-3, la loro limitata presenza nella dieta occidentale, e la crescita di manifestazioni d’asma tra i bambini. Relazione che è stata confermata da tale ricerca.

Nel corso dell’analisi sono state coinvolte oltre 736 donne in gravidanza, a metà delle quali è stata somministrata una sostanza placebo, mentre l’altra metà ha assunto quotidianamente un supplemento di 2,4 grammi di acidi grassi polinsaturi a catena lunga dell’olio di pesce: il tutto senza che né le donne né i ricercatori sapessero chi stesse assumendo cosa.
Nel trial sono anche stati inclusi 695 bambini, il 95,5% dei quali ha completato il periodo di osservazione di 3 anni. È quindi emerso che il rischio di sviluppare asma o bronchite asmatica è inferiore nei figli delle donne trattate con olio di pesce, al punto che esso si ridurrebbe del 30,7% grazie all’assunzione di Omega-3. Nelle donne per le quali a inizio dello studio erano stati rilevati livelli ematici particolarmente bassi di omega-3, la riduzione del rischio saliva al 34,5%.

Risultano necessarie, naturalmente, ulteriori e più approfondite indagini, ma la ricerca apre una nuova prospettiva sulle possibilità di prevenzione primaria dell’asma, una malattia che nella popolazione pediatrica è passata dal 7% al 13% di prevalenza dagli anni ’70 ad oggi; mentre la bronchite asmatica affligge 1/4 dei bambini nei primi 3 anni di vita.

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