L’effetto notte sui turnisti
Autotrasportatori, autisti, forze dell’ordine, operatori sanitari e giornalisti sono solo alcune delle figure professionali in cui sono previsti i turni di notte. Una necessità nei paesi industrializzati e sempre connessi che, però, può rappresentare un rischio per la salute. Quali sono le ricadute del lavoro notturno per l’organismo? Continua a leggere per saperne di più!
Il lavoro notturno e i ritmi circadiani
Il corpo umano, ma anche quello di moltissimi animali, è soggetto ai ritmi circadiani: cicli di 20-28 ore che coinvolgono i processi fisiologici del nostro organismo come la regolazione della temperatura, la secrezione ormonale e il ciclo sonno-veglia. In particolare, è il gene Period quello deputato a produrre una proteina che si accumula nella cellula durante la notte per poi essere degradata durante il giorno. I ritmi circadiani funzionano silenziosamente per noi e sono gli alleati essenziali per scandire il ritmo di fame, riposo, crescita, riparazione cellulare e via dicendo. Vengono regolati dalla luce naturale e, affinché funzionino a dovere, devono essere stabili, ma è possibile che subiscano forti scossoni in caso di cambi d’orario, come quelli dovuti al lavoro notturno.
Turni di notte ed effetti a lungo termine
A gettare luce sui meccanismi che legano il lavoro notturno ai problemi di salute ci pensa un recente studio dell’Università di Delhi. Secondo i ricercatori, potrebbe determinare l’insorgere di alcuni cambiamenti metabolici nell’organismo, con il conseguente rischio di sviluppare problemi cardiovascolari, diabete ed effetti a lungo termine. I partecipanti alla ricerca, due gruppi di operatori sanitari, sono stati sottoposti a una serie di analisi per misurare tolleranza al glucosio, livelli di trigliceridi e altri parametri correlati con lo sviluppo del diabete e problemi cardiovascolari. Entrambi i gruppi sono stati invitati a consumare un pasto con alto contenuto di grassi e a sottoporsi alle analisi del sangue. Negli operatori sanitari che effettuano i turni sono emersi livelli anomali di trigliceridi e insulina a digiuno dopo oltre una settimana dall’ultimo turno di lavoro svolto, come a voler dimostrare che le alterazioni provocate dai cambiamenti di orario hanno effetti a lungo termine.
Lavoro notturno e digestione
Uno studio recente della Washington State University svela che il lavoro su turni può interrompere il collegamento tra ritmi cerebrali e digestivi: al posto di lavorare in sinergia, finiscono per agire ognuno a modo proprio. Pertanto, il lavoro notturno può agire sulle funzioni digestive causando un significativo rallentamento dei normali processi causando la comparsa di dolori di stomaco, alla pancia, gonfiore, stitichezza e difficoltà digestive.
Più vulnerabili a tumori e malattie cardiovascolari
Stando a uno studio pubblicato nel 2015 sull’American Journal of Preventive Medicine, un’alterazione dei ritmi del sonno accresce il rischio di cancro al polmone e di malattie cardiovascolari. I ricercatori, prendendo in esame dati dal 1976, hanno analizzato la salute di un gruppo di 75 mila infermiere americane. Ne è emerso un rischio maggiore di contrarre malattie oncologiche e cardiovascolari dovuto all’alterazione del ritmo circadiano che riduce i livelli di melatonina, l’antiossidante in grado di contrastare il danneggiamento del DNA e ridurre le reazioni infiammatorie.