Particelle fini PM2,5 e ozono influiscono sul nostro stato di salute

Secondo uno studio americano pubblicato su Journal of American Medical Association esiste un’associazione tra particelle fini PM2,5, ozono e il rischio di morte prematura, indipendentemente dal periodo di esposizione.
Sembra, infatti, che non ci sia bisogno di respirare aria inquinata per un lunghissimo periodo di tempo per essere colpiti dagli effetti negativi: i ricercatori che hanno condotto l’analisi, con la raccolta di una serie di dati nell’arco temporale di 13 anni, hanno rilevato come il rischio di mortalità si riscontri sia a breve termine che per livelli di inquinamento inferiori a quelli attualmente permessi dagli standard nazionali, suggerendo peraltro una revisione dei parametri.
Il tasso di mortalità aumenta, in ogni caso, in modo lineare con l’aumento dell’inquinamento atmosferico e qualsiasi livello, indipendentemente dalla sua gravità, è dannoso per la salute umana.

Che cosa sono le polveri grosse, polveri sottili e ultrasottili?

Le particelle sospese (TSP o Particolato Totale Sospeso) comprendono polveri “grosse” PM10, particelle respirabili con un diametro inferiore a 10micrometri e, quindi, in grado di penetrare nel tratto superiore dell’apparato respiratorio; polveri “sottili” PM2.5, con diametro inferiore a 2,5 micrometri; e polveri ultrasottili.
Le polveri hanno origine dalla combustione che deriva, per esempio, da processi industriali, dallo scarico di veicoli a diesel o benzina o dal riscaldamento domestico. Secondo un recente studio coordinato da Brian McDonald del National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) di Boulder (Colorado) ozono e polveri sottili dipendono dalle auto quanto dai comuni prodotti chimici di uso domestico quali saponi, profumi, pesticidi, vernici.

Quali sono gli inquinanti più dannosi per la salute?

Sono le polveri sottili e ultrasottili: le sostanze tossiche di cui sono formate (solfati, nitrati, metalli) vengono facilmente inalate e possono raggiungere le diverse parti dell’apparato respiratorio. I livelli sono superiori in inverno e aumentano, in particolare, in condizioni di nebbia e assenza di vento.

Quali sono gli effetti nocivi sulla salute?

In soggetti predisposti gli effetti possono essere particolarmente acuti, comportando un aggravamento dei normali sintomi respiratori e cardiaci, infezioni respiratorie, asma bronchiale, disturbi circolatori, diminuzione della capacità polmonare, bronchite cronica.
I principali studi condotti in Europa e negli Stati Uniti, inoltre, sono concordi nello stabilire una correlazione tra inquinamento atmosferico e tumore ai polmoni, specialmente se in associazione ad altri fattori di rischio quali il fumo di sigaretta.

Inquinamento e bambini

L’inquinamento atmosferico contribuisce a rallentare l’attività cerebrale dei bambini, riduce la concentrazione e la capacità di affrontare situazioni di problem solving.
Già in fase fetale possono esserci interferenze endocrine dovute all’esposizione a sostanze inquinanti che influiscono sul sistema ormonale della madre, dunque sulla tiroide, con conseguenze sullo sviluppo del cervello del bambino.
Nonostante gli studi in questo ambito siano ancora in via di sviluppo la preoccupazione di pediatri ed esperti è concreta. Tra i principali suggerimenti per ridurre i rischi all’interno delle mura domestiche:

  • areare spesso la casa
  • ridurre tendaggi e moquette
  • utilizzare prodotti per la pulizia a base di sostanze non nocive
  • controllare e bonificare gli impianti di condizionamento, in particolare i filtri
  • evitare le stufe a carbone