Torna il 10 gennaio la Giornata dedicata al diritto all’aria pulita

Nella data di oggi, martedì 10 gennaio, si celebra la XVII Giornata Nazionale per i Diritti dei Non Fumatori, finalizzata a “pensare ed esprimere civilmente il diritto all’aria pulita”.

Nata nel 2000 in seno all’ICAT (International Coalition Against Tobacco), la Giornata è stata poi inglobata nell’INGCAT (International Non Governmental Coalition Against Tobacco), organizzazione non governativa accreditata presso l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).

Al centro della giornata la Prevenzione, nell’ottica di informare e sensibilizzare tutti, fumatori e non, sui pericoli del tabacco. Basti pensare che i decessi legati alla sigaretta sarebbero stati pari a 100 milioni nel secolo scorso, e la cifra potrebbe balzare a un miliardo entro la fine del 21esimo secolo.

Il fumo, secondo i dati dell’OMS, uccide una persona ogni 6 secondi (83mila decessi all’anno) ed è responsabile del 91% dei casi di cancro al polmone.

Prosegui nella lettura per sapere sapere di più sui rischi del fumo, sul fumo passivo, e sui dati relativi al fumo in Italia e nel Mondo.

Quali sono i rischi del fumo?

50 sono le patologie che le sigarette possono scatenare: questi disturbi investono cuore, sistema circolatorio e respiratorio.
La nicotina, in particolare, è una sostanza tossica che genera dipendenza, danneggia il sistema nervoso centrale e quello circolatorio. Fa alzare il colesterolo, la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca, fattori che predispongono all’infarto.
I problemi circolatori possono influire anche sul cervello, favorendo emorragie o infarti cerebrali.
Il fumo danneggia inoltre le gengive, favorisce la formazione di carie e altera le papille gustative.
Il Ddt contenuto nel tabacco irrita le pareti dello stomaco e può indurre alla nausea.
Gran parte delle sostanze presenti nelle sigarette vengono metabolizzare nello stomaco causando gastrite e, nei casi estremi, tumori.

Che cos’è il fumo passivo?

Il fumo passivo è il fumo che risulta dalla produzione della sigaretta che viene lasciata bruciare in modo passivo, e dalla parte di fumo espirata dal soggetto che fuma.
Genera arteriosclerosi, ictus, infarto del miocardio, angina pectoris, specie se in presenza di disturbi come ipertensione arteriosa, diabete, ipercolesterolemia o in caso di uso di pillola anticoncezionale.

Lo IARC (Agency for research on Cancer), emanazione dell’OMS, ha inserito il fumo passivo tra le 88 sostanze che creano possibilità di sviluppare il cancro. Respirare il fumo di altri fa infatti aumentare il rischio del 20-30%.
Anche minime esposizioni possono indurre processi di sviluppo di patologie oncologiche.

I bambini rappresentano la fascia più a rischio: più del 40% dei minori, infatti, ha almeno un parente fumatore e uno su due respira regolarmente in luoghi pubblici aria inquinata con sostanze presenti nel fumo.

Il fumo in Italia

Nel 2016, rispetto all’anno precedente, la percentuale dei fumatori è leggermente aumentata: 11,5 milioni (22% della popolazione), rispetto ai 10,9 milioni (20,8%) del 2015.
Per quanto riguarda la distinzione tra i due sessi la percentuale di fumatori (25,1%) è superiore rispetto a quella delle fumatrici (16,9%) in tutte le fasce di età.
Il consumo medio di sigarette al giorno è pari a circa 13 sigarette.

Norme anti-fumo: in 7 anni salvate 22 milioni di vite nel mondo

Tra il 2007 e il 2014 più di 53 milioni di persone in 88 Paesi hanno smesso di fumare grazie alle misure di controllo del tabacco adottate dalle pubbliche amministrazioni. Si stima inoltre che siano stati oltre 22 milioni i decessi legati al fumo evitati.
Questo quanto emerge dai dati raccolti dai ricercatori del Georgetown University Medical Center e pubblicati online su Tobacco Control.
La misura più efficace risulta essere quella legata all’aumento delle tasse sulle sigarette: seguono le leggi anti-fumo, le informazioni e le avvertenze sulla salute, i divieti di commercializzazione, i programmi di aiuto per smettere i fumare.
La maggior parte delle vite slavate si collocano tra il 2012 e il 2014 grazie al rafforzamento delle misure anti-tabacco in tre grandi Paesi come Bangladesh, Russia e Vietnam; mentre, secondo lo studio, altri 140 milioni di persone potrebbero essere salvati se Cina, India e Indonesia aderissero alla Convenzione-quadro per la lotta al tabagismo promossa nel 2005 dall’OMS.