Le cause del dolore cronico e i rimedi
Un italiano su quattro soffre di dolore cronico e fra questi il 25 per cento non è trattato a dovere. Lo spiegano i numeri diffusi nel corso dell’International Theras Day, svoltosi nei giorni scorsi a Milano. Dal mal di schiena alla cefalea, dalla nevralgia post-erpetica, il cosiddetto fuoco di Sant’Antonio, a quella del trigemino passando per l’artrosi e diverse altre patologie. Tutti problemi che pesano sulla qualità della vita in modo continuo o intervalli di mesi e anni. Ma cos’è esattamente il dolore cronico e come si può curare?
Dolore cronico, ne soffre un italiano su quattro
Per dolore cronico s’intende un disturbo che persiste più a lungo del corso naturale della guarigione associata a un particolare tipo di danno o di malattia. Si tratta di un fastidio persistente e debilitante che dura per tre mesi o più, e può avere eziologie molto diverse. Può essere conseguente a un intervento chirurgico o a un infortunio oppure può essere di origine iatrogena come l’emicrania. Si stima che colpisca più di un quarto della popolazione italiana adulta. Le vittime del dolore cronico hanno, in genere, tra i 35 e i 50 anni e sono perlopiù donne. Il dolore cronico, pertanto, non è più un sintomo, ma diventa una vera e propria malattia che richiede una terapia antalgica specifica.
I sintomi
I tipi più diffusi di dolore cronico sono lombalgia, artrite e mal di testa ricorrenti, nevralgia post erpetica (fuoco di Sant’Antonio) e dolore muscolare diffuso. Il dolore cronico può arrivare a compromettere la vita sociale, le capacità fisiche, emozionali e lavorative di chi ne soffre con tanto di disturbi del sonno, ansia, depressione e affaticamento.
Come affrontare il dolore cronico
Dopo le prime cure, utili solo per la fase acuta, un paziente su quattro non riesce più a sopportare il fastidio, semplicemente perché le cure non risultano più efficaci. E i tentativi di variare farmaci non sempre hanno successo. In realtà le soluzioni esistono e risolvono o migliorano la maggioranza dei casi, grazie a nuove tecnologie che permettono approcci mini-invasivi, duraturi e non farmacologici. Il dolore cronico può essere trattato in vari modi secondo protocolli condivisi dagli specialisti di terapia del dolore. Normalmente, il trattamento risulta essere più efficace se multidisciplinare (terapista del dolore, psicologo, psichiatra e fisiatra), come quando a un’adeguata terapia farmacologica si associano altri trattamenti fisici quali fisioterapia e terapie psicologiche (psicoterapia, ipnosi, biofeedback).
Come spiega Giuliano De Carolis, Presidente Federdolore-SICD (Società Italiana Clinici del Dolore), all’Ansa, “una nuova frontiera potrebbe venire dalla neurostimolazione, ancora poco diffusa e praticata in Italia, con cui gli impulsi elettrici calmano i nervi e riducono i segnali di dolore al cervello”. Per dolori più complessi è possibile intervenire anche a livello midollare con un intervento chirurgico (Stimolazione del Midollo Spinale – SCS) che permette di impiantare un piccolo dispositivo che rilascia in sicurezza lievi impulsi elettrici ai nervi interrompendo o riducendo la trasmissione dei segnali del dolore al cervello. Anche in questo caso l’invasività è ridotta, perché l’intervento viene fatto in anestesia locale.