Ricerca autraliana: bassa autostima, isolamento e rifiuto scuola
La crescente interconnessione e la tecnologia sempre più immersiva hanno determinato una nuova dimensione del computer gaming, ma anche una nuova patologia: la dipendenza da videogiochi che, nei casi più avanzati, può portare al rifiuto prolungato della scuola, autolesionismo e aggressività. Un nuovo studio della Macquarie University di Sydney di recente ha documentato quali siano i principali fattori di rischio: continua a leggere per approfondire!
Riconoscimento e definizione
A maggio 2019 l’Organizzazione mondiale della sanità ha classificato ufficialmente la dipendenza da videogiochi come una patologia. E, nel novembre dello stesso anno, l’NHS britannico ha inaugurato il National Centre for Gaming Disorders guidato dalla professoressa Henrietta Bowden-Jones, e supportato da uno staff di sette psicologi, psichiatri e terapisti. Lo scopo del centro è quello di trattare i disturbi di ragazzi tra i 13 e i 25 anni. Fino a oggi la gran parte dei pazienti è stata di giovani maschi. Tutti gli elementi suggeriscono che la dipendenza da videogioco sia una problematica relativa principalmente ai ragazzi più giovani. Anche se le evidenze non sono supportate da statistiche riconosciute a livello internazionale che indichino con certezza quante persone soffrano di questo disturbo. Anche la definizione dell’Organizzazione mondiale della sanità è piuttosto vaga: “Lo schema di comportamento deve essere sufficientemente grave da risultare in una svalutazione significativa della sfera personale, familiare, sociale, educativa, occupazionale, o di altre importanti aree funzionali, e deve essere evidente, di norma, per almeno 12 mesi”.
Lo studio
Un nuovo studio della Macquarie University di Sydney documenta come i giovani più vulnerabili, che sviluppano la condizione detta Internet Gaming Disorder (IGD), non solo devono contendere con i loro impulsi, ma si sentono anche disconnessi dalle famiglie e impotenti nell’ambiente esterno. I ricercatori hanno esaminato quasi 900 studenti dei quali 24 (14 maschi e 9 femmine) rispondevano ai criteri di dipendenza dai videogiochi in internet.
I fattori di rischio individuati
Secondo Wayne Warburton, docente di psicologia dello sviluppo, che ha guidato lo studio, la probabilità che un adolescente soffra di problemi clinici con i videogiochi aumenta con fattori di rischio, fra i quali essere maschi, avere bassa autostima e sentirsi socialmente isolati. Nella connessione si trova la propria tribù e si trascorre tempo con altre persone. Inoltre ci si sente competenti e realizzati, il che compensa le insufficienze nelle materie scolastiche.
Come attenuare il rischio
Second i ricercatori, la dipendenza comportamentale può tuttavia essere affrontata puntando sui fattori di rischio, come incoraggiare la fiducia in sè e affrontare i problemi di relazione che portano all’isolamento sociale. Il rischio si riduce quando i giovani hanno una maggiore autostima, sono meglio connessi socialmente e hanno un legame più forte con l’ambiente familiare.
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