Le ultime frontiere dell’alimentazione

Essere longevi grazie all’alimentazione: è su questa tematica che si sono concentrati negli ultimi anni numerosi studi e analisi, portando a conclusioni che – spesso – vanno oltre le classiche regole del “mangiar sano”, concentrandosi non solo sulla qualità del cibo, ma anche sulle “modalità” con cui viene assunto.
Queste, infatti, sembrano influenzare la nostra maggiore o minore predisposizione a potenziali patologie così come il nostro stato di salute nel lungo periodo.
A pochi giorni dal Forum “La nuova era della nutrizione: dai meccanismi molecolari alla salute umana” ecco, di seguito, una sintesi dei filoni di pensiero più all’avanguardia in materia. Se vuoi scoprire di più prosegui nella lettura!

Longevi e in salute grazie alla giusta dieta

Parlando di sani stili di vita, come spesso accade, tradizioni e culture hanno molto da insegnare: non sono pochi, infatti, i paesi in cui si praticano periodi di digiuno, più o meno stretto, alternati a periodi in cui si mangia regolarmente.
Questo stesso principio è alla base del “digiuno intermittente” che, effettuato sotto controllo medico, può aiutare a placare i sintomi delle malattie infiammatorie ed altre patologie: sono già stati raccolti, per esempio, risultati positivi su pazienti con diabete, ipertensione, emicrania, fibromalgia, artrite reumatoide. Una restrizione calorica intelligente, inoltre, può rallentare i processi di invecchiamento e aiutare il sistema immunitario.
Non è solo la tradizione, d’altra parte, a suggerirci come scandire i pasti, ma la nostra stessa fisiologia regolata dall’alternanza sonno-veglia: rispettare il nostro ritmo naturale, infatti, aiuta l’organismo a ridurre le infiammazioni croniche e la tendenza all’obesità. Secondo la dieta Tre (Time Restricted Eating) l’alternanza sonno-veglia condiziona la produzione di ormoni importanti che sono coinvolti nel metabolismo, come l’insulina, il glicogeno, la grenalina.
Gli studi condotti a riguardo suggeriscono di non assumere cibo 3 o 4 ore prima di andare a dormire e 1-2 ore dopo il risveglio.
Un’altra affascinante frontiera è rappresentata, poi, dalla nutrigenomica, la scienza che studia in che modo ciò che mangiamo influenza il nostro DNA, particolarmente preziosa nel campo dell’oncologia: in questo ambito le sostanze più studiate sono flavonoidi, resveratrolo, carotenoidi, licpoene, tirocinanti, allicina e genisteina.
La nutrigenetica, in parallelo, analizza invece il modo in cui ognuno di noi, con il suo specifico DNA, reagisce alle molecole presenti nei cibi.
È ormai condivisa, peraltro, la tendenza a personalizzare in maniera sempre più mirata gli stili alimentari sulla base delle peculiari caratteristiche di ogni persona: anche la composizione batterica dell’intestino, per esempio, può avere un’influenza, positiva o negativa, sull’insorgenza di malattie come il diabete, l’obesità, i disturbi circolatori.
Per questo motivo sono stati sviluppati sistemi di calcolo avanzati mirati a individuare una sorta di algoritmo in grado di prevedere la nostra risposta glicemica sulla base dei dati clinici e della composizione dei batteri nell’intestino, la cui applicazione si rivela di aiuto per le persone a rischio di diabete.

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