Che cos’è e come si cura la disodontiasi dei terzi molari?
La corretta eruzione dei denti del giudizio è sempre più rara e questo può comportare, spesso, la comparsa di carie, disturbi masticatori, ascessi ricorrenti, o altre fastidiose problematiche del cavo orale.
La buona notizia è che il malposizionamento di questi denti, definito “disodontiasi dei terzi molari”, può essere diagnosticato con anticipo limitando le conseguenze negative ad esso correlate: per saperne di più abbiamo deciso di consultare il dott. Marco Austa, Medico Chirurgo Odontoiatra, Specialista in Chirurgia Maxillo Facciale e Dirigente Medico di I Livello presso la S.O.C. di Chirurgia Maxillo Facciale all’Ospedale “C. Massaia” di Asti.
Nelle righe che seguono ti spiegherà qual è la funzione dei denti del giudizio, le cause più probabili del loro malposizionamento, i relativi sintomi e le cure più efficaci. Ti rivelerà, inoltre, alcune piccole curiosità: per esempio come mai i denti del giudizio si chiamano così? E perché crescono “in ritardo”?
Per scoprirlo prosegui nella lettura ;-)
Il giorno del Giudizio – a cura del dott. Marco Austa
Quando compaiono i denti del giudizio?
I terzi molari compaiono in arcata in età giovanile, in un periodo compreso tra i 16 e 22 anni, anche se ormai tutti gli studi auxologici sono concordi nel ritenere come fine della crescita ossea il raggiungimento dei 25 anni, momento in cui il metabolismo osseo positivo si stabilizza definendo l’età adulta.
Sono anche definiti “denti del giudizio” per la loro eruzione tardiva (i latini li chiamavano “dens sapientiae”), oppure “ottavi”, perché nella numerazione internazionale rappresentano l’ottavo dente dell’emiarcata a partire dall’incisivo centrale.
Secondo alcuni antropologi, la loro comparsa tardiva è giustificata dalla necessità di avere un “dente di riserva” nella precoce usura degli altri molari delle popolazioni primitive.
Qual è la funzione dei denti del giudizio?
I denti del giudizio, così come tutti gli altri molari, quando fuoriescono correttamente in arcata vengono utilizzati normalmente per la triturazione e lo sminuzzamento del cibo, e come denti normali devono essere considerati nelle pratiche quotidiane di spazzolamento e di igiene orale.
Quali sono le problematiche legate ai denti del giudizio?
Nella realtà l’eruzione corretta dei denti del giudizio avviene sempre più raramente nelle generazioni dei giovani adulti: il malposizionamento dei terzi molari, definito “disodontiasi dei terzi molari”, può portare alla comparsa di:
- carie precoci
- riassorbimento delle radici dei denti adiacenti
- disturbi masticatori
- problemi all’articolazione temporo-mandibolare
- sovraffollamento dei restanti denti
- parodontopatie dei denti vicini
- ascessi ricorrenti delle regioni posteriori di entrambe le arcate
- possibile sviluppo di patologie cistiche delle ossa mascellari
Quali sono le cause di disodontiasi dei denti del giudizio?
La motivazione dell’incremento della “disodontiasi dei terzi molari” non è nota. L’evoluzione della specie, con il progressivo ridursi del mascellare e, soprattutto, della mandibola; l’utilizzo delle posate e il conseguente minore utilizzo dei molari; la componente genetica che determina un maggior o minor sviluppo dei mascellari (con spazi ridotti e/o sovraffollamento dei denti adiacenti) sono tra le possibili cause di questa problematica.
La realtà quotidiana è che sempre più pazienti si presentano allo specialista con radiografie panoramiche in cui i denti del giudizio, sintomatici o non, sono malposti e rischiano di determinare, se non l’hanno ancora fanno, problematiche alla bocca e alle strutture annesse.
Quali sono i sintomi di disodontiasi dei denti del giudizio?
I sintomi sono diversi e vanno dai più sfumati a situazioni patologiche più gravi che possono richiedere il ricovero ospedaliero. Il semplice spostamento dei denti può essere un fenomeno facile da notare per un paziente che segua un’igiene orale quotidiana (alcuni soggetti si presentano in studio stupiti che i denti si siano spostati in poco tempo), così come la sensazione di masticarsi la guancia durante i pasti, la sensazione di una gengiva “cresciuta” o un cattivo odore in corrispondenza dei denti più posteriori. Altre conseguenze sono più subdole e nascoste e possono determinare situazioni patologiche croniche molto più difficili da risolvere. Disturbi articolari periodici possono determinare un’usura anomala dell’articolazione temporo-mandibolare mono o bilaterale, con sintomatologie diffuse all’orecchio e conseguenti visite otorinolaringoiatriche inutili. Senza considerare le situazioni estreme rappresentate dallo sviluppo di cisti con erosione dell’osso circostante: nella mascella le neoformazioni cistiche possono invadere i seni mascellari arrivando fino al pavimento dell’orbita; nella mandibola posso usurare l’osso indebolendolo fino alla frattura.
Qual è la terapia per la disodontiasi dei denti del giudizio?
La terapia può essere medica in caso di sintomatologia ascessuale acuta, ma assolutamente chirurgica, dopo valutazione specialistica, e richiede l’estrazione dei denti interessati.
Come avviene l’estrazione dei denti del giudizio?
L’intervento, eseguito da un chirurgo orale o da uno specialista in chirurgia maxillo-facciale, può essere eseguito ambulatorialmente in anestesia locale o in anestesia generale qualora la posizione dei denti sia particolarmente complessa.
- L’estrazione eseguita in anestesia locale può essere fatta in uno studio attrezzato per la chirurgia orale, con un’analgesia identica a quella usata per le cure odontoiatriche standard. Il paziente torna a casa in giornata con un impegno orario limitato.
- L’intervento in anestesia generale, che presenta tutti i rischi legati alla narcosi profonda, richiede il ricovero ospedaliero di un giorno ed ha una convalescenza di più lunga durata. Il vantaggio indubbio è che, qualora esistesse la necessità di estrarre tutti e quattro i denti del giudizio, un solo intervento sarebbe risolutivo.
Cosa fare dopo l’estrazione dei denti del giudizio?
Nell’immediato postoperatorio è sufficiente seguire le indicazioni dell’operatore relative alle abitudini alimentari e al protocollo terapeutico da seguire:
- Ghiaccio sulla guancia per le 12 ore successive all’estrazione
- Alimentazione fredda/fresca e morbida per 2/3 giorni
- Riposo con qualche cuscino in più sotto la testa
- Terapia antibiotica, antiinfiammatoria, antidolorifica, antiedemigena
- Sciacqui con un colluttorio specifico serviranno per la terapia antisettica nei giorni successivi
Diagnosticare in anticipo la disodontiasi dei denti del giudizio
In conclusione, possiamo quindi dedurre che la disodontiasi dei denti del giudizio non la si può evitare considerato l’insieme di fattori che la possono determinare. E’, però, possibile diagnosticarla in anticipo per evitarne le conseguenze, valutando con il chirurgo la necessità di estrarre o mantenere i denti interessati.
- Se il paziente è già seguito da un professionista le tappe corrette dovrebbero essere rappresentate da una visita con panoramica dai 7/8 anni in poi per valutare la presenza dei denti del giudizio che appaiono già in fase di crescita (germi)
- Se in famiglia esistono discendenti con problematiche di occlusione o se il paziente o i genitori si accorgono di un mal posizionamento dei denti definitivi in fase di crescita il tutto va fatto unitamente ad un visita ortodontica
- Anche in pazienti sottoposti a trattamento ortodontico dovrebbero, al termine dell’ortodonzia (14/15 anni), eseguire una RX panoramica per valutare la posizione finale dei terzi molari, i loro rapporti con i denti adiacenti ed eventuali problematiche articolari e parodontali
- Per i pazienti con dentizione normale, non seguiti regolarmente da uno studio dentistico, è auspicabile una radiografia panoramica, oltre ad una visita specialistica, attorno ai 15/16 anni per valutare comunque la posizione dei terzi molari e il loro rapporto con le strutture della bocca