Stanchezza, frequenti mal di testa, fiato corto, colorito pallido, capelli e unghie fragili, ma anche irritabilità, scarsa concentrazione, maggiore esposizione alle infezioni, sono tutte condizioni riconducibili a un deficit di ferro nell’organismo. Scopri di più!

Deficit di ferro, un problema comune

Oggi si stima che un terzo della popolazione mondiale, in particolar modo le donne in età fertile e i bambini sotto i 5 anni, abbia un deficit di ferro e, secondo uno studio dell’Università del Michigan, quasi quattro ragazze su dieci non assumono abbastanza questo minerale. Nel nostro Paese la carenza di ferro è molto comune, tanto da essere la causa più frequente di anemia in età pediatrica.

I sintomi

Il deficit di ferro è una condizione difficile da diagnosticare. Non sempre è legata solo ad anemia, la diminuzione dell’emoglobina circolante nel sangue. I sintomi principali sono:

  • Stanchezza
  • Affaticamento
  • Difficoltà respiratorie
  • Mal di testa
  • Irritabilità
  • Colorito pallido
  • Maggiore esposizione alle infezioni
  • Capelli e unghie fragili
  • Dispnea da sforzo

Le cause

Il deficit di ferro può essere dovuto a particolari periodi della vita, singoli accadimenti, malattie, alimentazione.

  • Gravidanza e ciclo mestruale: durante la gravidanza il fabbisogno di ferro aumenta parecchio, in cicli molto abbondanti o ravvicinati il sanguinamento potrebbe portare a carenza di ferro.
  • L’occasionale perdita di sangue manifesta (ad esempio, da naso, gengive, per emorroidi o ferite) potrebbe portare a deficit di ferro in persone predisposte.
  • Difetti di assorbimento del ferro possono esserci in caso di patologie, assunzione di farmaci o condizioni quali: celiachia o verminosi intestinale, ulcere gastroduodenali, polipi, tumori del colon, infezioni. Terapia cronica con antisecretori o interventi di bypass gastrico.
  • Alimentazione carente di ferro, diete non bilanciate. Le linee guida raccomandano un’assunzione del minerale fra i 10 e i 18 milligrammi al giorno, valore che può quasi raddoppiare in determinate condizioni: sono consigliati 27 mg per le donne in gravidanza e 11 durante l’allattamento (LARN, 2014). In questo contesto una dieta equilibrata può fare molto.

Deficit di ferro: rimedi

Aggiustando l’alimentazione, molti deficit di ferro si possono risolvere. I cibi ricchi di ferro sono gli alimenti vegetali (verdure a foglia verde, frutta secca, fagioli, lenticchie, ceci, lupini e tofu), la carne (soprattutto fegato e frattaglie), il pesce (crostacei, molluschi, trota, tonno, baccalà, acciughe e sarde), le uova e il cioccolato fondente. Da tenere in considerazione anche che la vitamina C contribuisce all’assorbimento del ferro: un trucco può dunque essere aggiungere del succo di limone agli alimenti che stiamo per mangiare o all’acqua che beviamo durante i pasti, oppure utilizzare come contorno verdure ricche di vitamina C, come pomodori, peperoni, cavoli e broccoli, o ancora terminare i pasti con agrumi o verdure come kiwi, ribes e uva. Infine, le persone che sviluppano anemia dovrebbero limitare l’assunzione in corrispondenza dei pasti di alcuni alimenti che ostacolano l’assorbimento di ferro, come i latticini, il caffè, il tè e il cioccolato.

Non solo ferro: la fame nascosta di micronutrienti

Secondo un recente studio pubblicato su The Lancet Global Health, nel mondo la metà dei bambini in età prescolare e due donne su tre in età riproduttiva soffrono di “fame nascosta”, una forma di malnutrizione dovuta alla carenza di micronutrienti e vitamine, come ferro appunto, ma anche iodio, zinco, folato e vitamina A, che rende il corpo più soggetto ad ammalarsi. Secondo lo studio, il 56% dei bambini in età prescolare (6-59 mesi) e il 69% delle donne non gravide in età riproduttiva (15-49 anni) sono carenti di almeno un micronutriente. Parliamo di circa 372 milioni di bambini in età prescolare e 1,2 miliardi di donne non gravide in età fertile che presentano determinate carenze: ferro, zinco e vitamina A per i bambini in età prescolare, e ferro, zinco e folato per le donne in età riproduttiva.