La guida alla data di scadenza degli alimenti

La scadenza dei cibi è sicuramente una tra le prime cose che guardiamo in etichetta, seguita dalla lista ingredienti e dalla tabella nutrizionale. A volte, però, può succedere che un prodotto della dispensa abbia superato la data di scadenza o il termine minimo di conservazione. Che cosa è meglio fare in questi casi? Cerchiamo di fare chiarezza!

Attenzione all’etichetta

La prima cosa da sapere è che la legislazione dell’Unione Europea per la sicurezza alimentare prevede due tipi diversi di indicazioni: “da consumarsi preferibilmente entro il” e “da consumarsi entro il”. La prima formula viene usata per gli alimenti freschi e fortemente deperibili ed è un termine che deve essere rispettato sia da chi commercializza i prodotti sia dai consumatori. In questi casi, l’alimento si può mangiare ancora uno o due giorni dopo la scadenza, purché sia stato correttamente conservato e non siano visibili alterazioni del colore, dell’odore o del contenitore, come rigonfiamenti o rotture. Ed è sempre valida la prova organolettica: se all’assaggio il cibo risulta avere un sapore sgradevole, non è opportuno consumarlo. Per i cibi secchi, il cui deterioramento è molto più lento, è previsto il termine minimo di conservazione, con la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro il/fine”. In questo caso, gli alimenti possono essere consumati anche dopo la scadenza, purché siano stati custoditi in luoghi freschi e asciutti, al riparo dalla luce, in una confezione integra e, ovviamente, non vi siano le cosiddette farfalline del cibo o camole.

Cioccolato, caffè e spezie

Si consiglia di consumarli entro 6 mesi o 1 anno dopo il loro confezionamento: trascorso questo tempo perderanno le qualità organolettiche. Ma, dal punto di vista della sicurezza alimentare, non si corrono rischi a consumarli dopo la data di scadenza.

Yogurt

Grazie al suo pH acido, lo yogurt ha una conservabilità maggiore rispetto al latte, ma non va mangiato oltre una settimana dalla data di scadenza. Se sono presenti muffe, metabolicamente attive, il prodotto non va consumato.

Formaggi

Mentre la muffa che può apparire sui formaggi duri o stagionati in genere non è patogena e può essere rimossa, va tassativamente evitata se compare sui formaggi molli. Il pericolo si chiama Listeria monocytogenes, un batterio altamente patogeno anche a bassi livelli.

Uova

Il Tmc previsto per le uova è di 28 giorni, ma, se conservate in frigorifero, il limite è oltrepassabile di qualche giorno, avendo cura di mangiarle cotte.

Pasta, riso, cracker e prodotti da forno

Di norma, grazie al loro basso contenuto di acqua, questi prodotti oltre la data di scadenza vanno incontro a una perdita di caratteristiche organolettiche, ma non diventano pericolosi per la salute.

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