I dati emersi dal rapporto Aifa sull’uso degli antibiotici

Il consumo di antibiotici nel nostro Paese, nonostante il trend in riduzione, è ancora superiore alla media europea. È quanto emerge dal rapporto “L’uso degli antibiotici in Italia” pubblicato dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Prosegui nella lettura per saperne di più!

Consumo antibiotici in Italia: i dati

Nel 2017 il consumo globale di antibiotici in Italia è risultato pari a 25,5 Ddd (dosi definite giornaliere) per 1000 abitanti al giorno, contro la media europea di 21,7. Oltre l’85 per cento delle dosi, pari a 21,8, sono state erogate a carico del Servizio Sanitario Nazionale, con una riduzione dell’1,6 per cento rispetto all’anno precedente. Questo dato comprende sia gli antibiotici erogati in regime di assistenza convenzionata sia quelli acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche. Anche la spesa pro capite nazionale (14,33 euro) si è ridotta rispetto all’anno precedente dell’1,7 per cento.

Il picco nel periodo invernale

Stando al rapporto dell’Agenzia italiana del farmaco, il 90 per cento del consumo di antibiotici avviene in regime di assistenza convenzionata, su prescrizione del medico di famiglia o del pediatra. E l’andamento dei consumi è più marcato nei mesi invernali, in concomitanza delle sindromi influenzali. Più precisamente, il consumo passa da un minimo di 13,2 Ddd per 1000 abitanti nel mese di agosto a un massimo di 27,29 Ddd per 1000 abitanti a gennaio.

Fasce d’età e aree geografiche

A livello geografico i dati dell’Aifa mettono in evidenza un maggior consumo di antibiotici al Sud e nelle Isole (24,9 dosi) e al Centro (20,7), rispetto al Nord (15,6 dosi). Anche se, contemporaneamente, si registra una progressiva tendenza a un uso più attento, con particolari riduzioni dei consumi proprio nelle aree di maggior utilizzo. Su base nazionale, l’analisi mostra un livello più elevato dei consumi nei primi quattro anni di vita e dopo i 75 anni. Nella popolazione pediatrica (0-13 anni) il picco di prevalenza d’uso del 50 per cento è nel primo anno di vita del bambino, senza differenze tra maschi e femmine. Questo valore si mantiene pressoché costante fino ai sei anni di età, sottolineando la necessità di porre una particolare attenzione all’uso degli antibiotici proprio in questa fascia di popolazione.