I risultati dell’indagine condotta su 29mila anziani cinesi
La graduale perdita di capacità cognitive e la velocità psicomotoria sono parte naturale dell’invecchiamento. Tuttavia, diversi studi hanno dimostrato che è possibile arginare gli effetti dell’invecchiamento delle cellule del cervello e rallentare, così, il declino della memoria e ridurre il rischio della demenza. È quello che hanno cercato di capire alcuni scienziati dell’Università di Pechino, che hanno analizzato gli effetti combinati di 6 fattori sul declino della memoria su 30 mila persone per un periodo di 10 anni.
Lo studio
Le strategie efficaci per conservare la memoria possono giovare a un gran numero di anziani. È questa la tesi promossa dai ricercatori della Capital Medical University di Pechino che hanno reclutato 29.072 partecipanti di età pari o superiore a 60 anni con funzioni cognitive tipiche. La loro età media era di 72,2 anni e il 51,5% erano uomini. I test genetici hanno mostrato che il 20,43% dei partecipanti allo studio era portatore del gene APOE ε4, il più forte fattore di rischio noto per il morbo di Alzheimer. I ricercatori hanno seguito i partecipanti a intervalli nei successivi 10 anni, nel 2012, 2014, 2016 e 2019. Stando ai risultati, appena pubblicati sul British Medical Journal e riportati anche dal Washington Post, l’adesione a una combinazione di comportamenti di stile di vita sano è associata a un declino della memoria più lento negli anziani, compresi quelli geneticamente suscettibili al declino della memoria.
Le sei abitudini d’oro per conservare la memoria
All’inizio dello studio, i ricercatori hanno condotto test di memoria di base e test per il gene Apoe e hanno stabilito che i sei fattori di stile di vita modificabili includevano le seguenti buoni abitudini.
- Dieta sana: aderenza all’assunzione quotidiana raccomandata di almeno 7 dei 12 alimenti idonei (frutta, verdura, pesce, carne, latticini, sale, olio, uova, cereali, legumi, noci e tè).
- Esercizio fisico: fare almeno 150 minuti di attività moderata o 75 minuti di attività vigorosa a settimana.
- Vita sociale: impegnarsi con gli altri almeno due volte a settimana, partecipando alle riunioni della comunità o visitando amici o parenti, per esempio.
- Attività cognitiva: esercitare il cervello almeno due volte a settimana (scrittura, lettura, gioco di carte, ecc).
- Fumo: aver fumato meno di 100 sigarette nella vita o aver smesso almeno da 3 anni.
- Alcol: essere astemi o bere occasionalmente.
Dopo aver classificato i partecipanti in base al numero di fattori di stile di vita sano che seguivano, i ricercatori hanno scoperto che, se i punteggi medi dei test di memoria di tutti i partecipanti diminuivano nel corso del decennio, chi aveva uno stile di vita più favorevole mostrava punteggi dei test di memoria più alti e viceversa. Nello specifico, si è scoperto che una dieta sana aveva l’effetto più forte sulla memoria, seguita dall’attività cognitiva, l’esercizio fisico regolare, una vita sociale attiva e non aver mai fumato o bevuto.
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