Mantengono il cervello allenato?
Finita la scuola, iniziano…i compiti delle vacanze! In effetti l’estate non è solo sinonimo di giochi, corse in bicicletta e gare di tuffi, bisogna anche fare i conti con il famoso libro delle vacanze e lo studio per prepararsi al meglio al rientro a scuola. Ogni anno si apre il dibattito fra chi sostiene che gli esercizi siano poco utili e che si dovrebbe dare più spazio ad attività non convenzionali da svolgere all’aria aperta e chi sostiene che i compiti per le vacanze siano essenziali per mantenere la mente allenata.
I compiti delle vacanze fanno bene agli studenti?
Vediamolo insieme in 5 punti.
1. Favoriscono l’apprendimento
Promuovere l’abolizione dei compiti equivale a depotenziare i programmi scolastici: in classe si lavora, ma non farlo a casa eliminerebbe la fase dell’esercitazione e dell’elaborazione autonoma, utile a fissare le conoscenze apprese durante le lezioni frontali.
2. Insegnano un metodo
I compiti delle vacanze estive aiutano a consolidare l’autonomia e il proprio metodo di studio (mappe, sottolineature, schemi, linee del tempo, ecc) o a sperimentarne di nuovi attraverso il confronto con i compagni di classe. In questo modo si apprende un metodo di studio che tornerà utile quando si andrà avanti negli anni scolastici.
3. Stimolano la curiosità
I compiti permettono di fare collegamenti, favoriscono l’apertura mentale e stimolano l’attenzione (per esempio con ricerche e approfondimenti).
4. Colmano le lacune
I compiti delle vacanze sono un mezzo per trasformare le conoscenze in competenze e colmare qualche lacuna per arrivare più preparati al nuovo anno scolastico. Per esempio, leggere a casa in prima elementare serve ad automatizzare il processo di lettura e così per le tabelline in seconda.
5. Aiutano a crescere
I compiti delle vacanze estive aiutano i più piccoli ad organizzarsi in modo autonomo, cosa che in classe non avviene visto che si è in gruppo e c’è il sostegno della maestra. Il tempo dei compiti al pomeriggio, in questo senso, è prezioso e formativo anche per i più grandi perché contribuisce alla maturazione dei ragazzi e aiuta la loro trasformazione in persone adulte.
In conclusione, se è vero che la pausa estiva può rappresentare uno stop nell’apprendimento, è pur vero che le vacanze devono essere anche un momento di riposo, in cui passare più tempo all’aria aperta e socializzare. Non a caso, si interrogano sull’utilità e quantità dei compiti le istituzioni, i genitori, gli insegnanti e i pedagogisti e sono quasi tutti d’accordo sulla necessità di non caricare troppo i ragazzi di lavoro extrascolastico e, soprattutto, di commisurarlo con l’età e le ore passate in classe durante l’anno. Via libera, dunque, alle naturali inclinazioni del bambino, alle avventure, le gite e un po’ di sano relax per arrivare a settembre ancora più pronti per un nuovo anno scolastico!