Cefalea a grappolo: i risultati della nuova ricerca del Karolinska Institutet di Stoccolma
La cefalea a grappolo è una forma di mal di testa molto intensa e localizzata, che si presenta in più attacchi ripetuti, riuniti “a grappolo” (in inglese cluster), che possono susseguirsi per settimane o mesi, intervallati da periodi di remissione, che possono durare anche anni. Scopri come riconoscerla e i risultati della nuova ricerca coordinata dal Karolinska Institutet di Stoccolma, pubblicata su Neurology.
Che cos’è la cefalea a grappolo?
La cefalea a grappolo è caratterizzata da un dolore orbitale molto intenso, che dura tra i 15 minuti e le tre ore e si sviluppa in periodi attivi chiamati grappoli, intervallati da lunghe fasi di remissione. Talvolta la cefalea può interessare anche l’area frontale, il volto e la mascella. Altri possibili sintomi di accompagnamento, sempre e solo dal lato colpito, sono: arrossamento dell’occhio, abbassamento della palpebra, naso che cola, sudorazione frontale, lacrimazione, irrequietezza e impossibilità di stare fermi a causa del fastidio. Si tratta di un disturbo raro, che colpisce in media una persona su 500-1000, in particolare gli individui di sesso maschile e i fumatori sembrano essere i soggetti più a rischio. Si può manifestare a qualsiasi età, ma in media tende a comparire dopo i 20 anni.
Quali sono le cause della cefalea a grappolo?
Le cause che danno origine alla cefalea a grappolo non sono ancora note con certezza, ma secondo diversi studi il malfunzionamento dell’ipotalamo potrebbe giocare un ruolo importante. La regolarità nell’arco delle 24 ore in cui si manifestano le crisi e il ripetersi dei grappoli con cadenza piuttosto precisa (annuale o biennale) suggeriscono che nell’insorgenza di questo disturbo potrebbe essere coinvolto l’orologio biologico del nostro organismo, che ha sede proprio nell’ipotalamo. La patologia si associa anche a una produzione di melatonina inferiore rispetto alla norma e a un’alterazione dell’ormone cortisolo, tipica dei momenti di stress-psicofisico.
Diagnosi
Non appena si manifesta un mal di testa con le caratteristiche tipiche della cefalea a grappolo bisogna rivolgersi al medico di famiglia che può richiedere l’esecuzione di alcune indagini. Normalmente la diagnosi viene effettuata sulla base dei sintomi riferiti ma, a volte, può rendersi necessaria una TAC o una risonanza magnetica cerebrale per escludere la presenza di altri disturbi. Particolare attenzione deve essere posta nel non confondere la cefalea a grappolo con la nevralgia del trigemino.
La ricerca del Karolinska Institutet di Stoccolma
Nonostante la cefalea a grappolo abbia un’incidenza più elevata tra gli uomini, una nuova ricerca coordinata dal Karolinska Institutet di Stoccolma, e pubblicata su Neurology, suggerisce che nelle donne il disturbo potrebbe essere più intenso di quanto non lo sia per i maschi. Lo studio, che ha coinvolto 874 persone con diagnosi di cefalea a grappolo (il 34% femmine), ha mostrato che le donne hanno maggiori probabilità di ricevere una diagnosi di cefalea a grappolo cronica (18%) rispetto agli uomini (9%). Inoltre, gli attacchi risultano più lunghi per le donne. L’8% delle donne ha affermato di avere attacchi di mal di testa che si ripetono in media per 4-7 mesi, rispetto al 5% degli uomini. Attacchi lunghi meno di un mese interessano il 26% delle donne rispetto al 30% degli uomini. Le donne, più spesso degli uomini, hanno riferito di avere attacchi in vari momenti della giornata (74% e 63%), così come hanno maggiori probabilità degli uomini di avere un membro della famiglia con una storia di cefalea a grappolo (15% e 7%).
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