Aritmie cardiache: i risultati dello studio presentato a Heart Failure 2022
Nelle giornate con più alti livelli di inquinamento si registra un picco di casi di aritmie cardiache: è quanto emerge da uno studio italiano presentato a Heart Failure 2022, il congresso scientifico della European Society of Cardiology tenutosi nei giorni scorsi a Madrid. Scopri di più!
Che cosa sono le aritmie cardiache?
Le aritmie cardiache sono disturbi del ritmo cardiaco o della frequenza cardiaca, ovvero del numero di battiti al minuto. Quando si verificano, il cuore può battere troppo velocemente (tachicardia) o troppo lentamente (bradicardia) oppure con un ritmo completamente irregolare (ad es. fibrillazione atriale). La maggior parte delle aritmie sono innocue, ma a volte possono impedire al cuore di riempirsi adeguatamente e di svolgere la sua funzione di pompa del sangue in circolo; questo può arrecare gravi danni a diversi organi (cervello, cuore, reni, ecc.).
La correlazione tra aritmie cardiache e inquinamento
“Abbiamo osservato che le visite in pronto soccorso dei pazienti con aritmie cardiache che avevano un defibrillatore impiantabile tendevano a concentrarsi nei giorni con livelli di inquinamento particolarmente alti”, ha spiegato all’Ansa Alessia Zanni, firmataria dello studio presentato nei giorni scorsi all’Heart Failure 2022 di Madrid. Da qua l’idea di realizzare uno studio che provasse a mettere in relazione i due fenomeni.
La ricerca
La ricerca è stata condotta a Piacenza e ha incluso 146 pazienti che in passato avevano ricevuto un defibrillatore impiantabile: i dispositivi sono stati utilizzati per rilevare la comparsa di aritmie cardiache. I ricercatori hanno registrato 440 casi di aritmie ventricolari, osservando una correlazione con i livelli di inquinamento nell’aria. In particolare, per ogni innalzamento di 1 μg/m3 nei livelli di PM2.5 si registrava un aumento dell’1,5% del rischio di aritmie; nei casi in cui i livelli di PM2.5 erano di 1 μg/m3 al di sopra della media per un’intera settimana si verificava un aumento del 2,4%. Analogo il caso del PM10.
I risultati
“La nostra ricerca suggerisce che le persone ad alto rischio di aritmia ventricolare, come quelli che hanno un defibrillatore impiantabile, dovrebbero verificare i livelli di inquinamento quotidiani” ha dichiarato all’Ansa Alessia Zanni dell’ospedale Maggiore di Bologna. “Quando le concentrazioni di polveri PM2.5 e PM10 sono elevati (rispettivamente sopra i 35 μg/m3 e 50 μg/m3) potrebbe essere saggio rimanere a casa il più possibile e indossare una mascherina N95 se si va fuori, specie in aree con molto traffico”.
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