Come riconoscere i sintomi e scegliere la cura più adatta

apnee notturneSonno agitato, russamento, tendenza a respirare dalla bocca, cefalea mattutina, pipì a letto? Ma anche iperattività durante il giorno e scarsa concentrazione a scuola?
Potrebbero essere i sintomi della sindrome ostruttiva del sonno, un disturbo abbastanza diffuso che può colpire anche i bambini.
Si tratta di vere e proprie apnee notturne, un fenomeno da non sottovalutare: nelle righe che seguono ti spiegheremo di che cosa si tratta, quali sono i sintomi ai quali prestare attenzione e le possibili cure. 
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Apnee notturne: che cosa sono?

Le apnee notturne comportano il fatto che durante la notte si verifica un blocco temporaneo del passaggio di aria nelle vie aeree superiori, con l’insorgenza di altri sintomi specifici: la respirazione, dunque, si interrompe una o più volte durante il sonno, oppure rallenta in modo eccessivo.
Le pause possono durare pochi secondi, ma anche alcuni minuti e possono arrivare a più di 30 in un’ora.
Di norma la respirazione riprende poi in modo normale, in alcuni casi, appunto, con un russamento molto forte.

Quali sono le cause delle apnee notturne?

Le cause che determinano le apnee notturne nei bambini possono essere diverse, per questo il trattamento varia in base al singolo bambino e alla situazione d’insieme.
In alcuni casi è necessaria, ad esempio, l’asportazione di adenoidi e tonsille, in altri si rende necessario l’utilizzo di dispositivi odontoiatrici che correggono difetti nel palato o nella mandibola.
Casi in cui, quindi, è consigliabile consultare il pediatra, che potrà raccomandare una visita presso specialisti nei disturbi del sonno oppure odontoiatri pediatrici e otorinolaringoiatri.

Come diagnosticare le apnee notturne?

«Per avere una diagnosi corretta – spiega la dott.ssa Simonetta Carzino, specializzata in odontoiatria, ortodonzia, medicina del sonno e protesi dentale – esiste un esame specifico che si chiama polisonnografia. 
Consiste nella registrazione delle varie fasi del sonno durante la notte per tenere sotto controllo i parametri fisiologici del bimbo (movimenti del torace, quantità di ossigeno nel sangue, onde cerebrali…). Un esame che, però, pur non essendo invasivo, non può essere effettuato sui bambini di età inferiore ai tre anni».