Un nuovo studio aiuta a diagnosticarla in modo più facile

Secondo il Registro Europeo dell’anafilassi, che raccoglie i dati di bambini e adolescenti di dieci Paesi europei, inclusa l’Italia, l’allergia alle nocciole è la più frequente, seconda per incidenza soltanto all’arachide. Tutta colpa della oleosina, la proteina allergenica che un gruppo di studiosi torinesi ha isolato di recente, rendendo più facile diagnosticare l’allergia.

Quanto è diffusa l’allergia alle nocciole?

In Italia le nocciole sono il frutto a guscio più utilizzato nelle creme spalmabili di cioccolato, nelle merendine, nei dolciumi, nei gelati, nelle torte, nei biscotti, nei cereali per la colazione, oltre a essere spesso consumata al naturale. Presente nelle abitudini dietetiche dei bambini, secondo quanto riportato dallo studio EuroPrevall, é l’alimento che più causa reazioni allergiche nella popolazione studiata, circa 890 mila persone sul totale di 446 milioni di abitanti dell’Europa, tra cui circa 20 mila bambini e adolescenti solo in Italia.

Allergia alle nocciole: come si manifesta

Le reazioni allergiche alle nocciole possono essere di diversa entità, da lievi (sindrome allergica orale, caratterizzata da prurito o bruciore orale alla sua ingestione) a più severe ed è proprio nel bambino che esse possono essere potenzialmente pericolose per la vita: secondo quanto riportato dal Registro Europeo dell’anafilassi, che raccoglie i dati di bambini e adolescenti di 10 Paesi europei, inclusa l’Italia, la nocciola è il secondo alimento (dopo l’arachide) causa di reazioni allergiche severe nei bambini in età scolare (6-12 anni) e il terzo nei bambini in età prescolare (2-6 anni).

Lo studio

Lo studio, diffuso dall’Ansa, è stato pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Pediatric Allergy and Immunology, giornale ufficiale dell’Accademia Europea di Allergia e Immunologia Clinica. A condurlo è stata la dottoressa Giovanna Monti, del servizio di Allergologia pediatrica della Pediatria diretta dal dottor Marco Spada e afferente al Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino dell’ospedale infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino, diretto dalla professoressa Franca Fagioli. È stato realizzato con il sostegno della Fondazione Crt, in collaborazione con i ricercatori dell’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del Cnr di Torino, coordinati dalla dottoressa Laura Cavallarin e condotti dalla dottoressa Maria Gabriella Giuffrida. L’isolamento della proteina allergenica, depositata nell’apposita banca degli allergeni dell’Organizzazione mondiale della sanità, è stato possibile anche grazie all’analisi del genoma del nocciolo, condotta dai genetisti e dai biotecnologi vegetali del Dipartimento di Scienze Agrarie Forestali e Alimentari dell’Università di Torino e dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del Cnr.

La oleosina

Nello studio i ricercatori hanno isolato una nuova proteina allergenica di nocciola dalla frazione oleosa del frutto, detta per questo oleosina, e hanno dimostrato che per alcuni bambini questo era l’unico allergene di nocciola responsabile dei sintomi allergici. Il nuovo allergene è stato depositato nell’apposita banca degli allergeni dell’Organizzazione mondiale della sanità (Who/Iuis Allergen Nomenclature Subcommittee). Si tratta di una scoperta molto importante che potrà aiutare a diagnosticare con maggiore facilità l’allergia alle nocciole nei pazienti che risultino negativi ai test allergologici attualmente disponibili, che non consentono di identificare allergie alle oleosine.

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